
Pavoletti e Kanyamuna all'International Job Meeting
Il Cagliari Calcio partecipa all’International Job Meeting 2020, l’evento organizzato dall’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro, in programma dal 28 al 30 gennaio presso il Quartiere Fieristico di Cagliari. Oggi è stata la volta degli interventi di Leonardo Pavoletti e Abel Kanyamuna. Il centravanti della squadra di Maran e il centrocampista della Primavera hanno dialogato con il giornalista Paolo Di Giannantonio, che li ha stimolati sui temi dell'attualità sportiva ma anche su molti aspetti legati alla vita quotidiana e al percorso intrapreso per arrivare a calcare i campi del grande calcio. A presenziare all’incontro, dal titolo “Sfide da vincere nello sport e nella vita”, il Direttore generale rossoblù, Mario Passetti. A ospitare l’iniziativa la Sala Pasolini del Padiglione Congressi gremita da oltre cinquecento studenti.
LEO, UNA GRAN VOGLIA DI RIENTRARE
"Il giorno del ritorno in campo di Pavoletti si avvicina: "Sto bene, sto recuperando a livello atletico e devo solo eliminare un po' di normali paure legate all'infortunio che ho subito. La gente mi ha sostenuto tantissimo da subito, anche quando ero in Austria e poi a Milano per la rieducazione. In un mese e mezzo conto di tornare a disposizione di un gruppo che sta facendo davvero molto bene. Contro l'Inter si è visto che siamo sulla strada giusta, abbiamo fornito una ottima prova contro una grande squadra. Durante una stagione è fisiologico attraversare un momento di flessione ma stiamo tornando sui nostri livelli".
TANTI SACRIFICI PER EMERGERE
"Ho iniziato nell'Armando Picchi, la seconda squadra di Livorno che allora era in Serie D e da lì anno dopo anno scalando ogni gradino sono arrivato in alto grazie alla voglia di sacrificarmi, al sostegno e all'esempio dei miei genitori. Mio padre ha giocato a tennis, conosce il mondo dello sport e sa cosa serve per emergere. Il calcio è per noi un mestiere bellissimo, però quando arrivi a certi livelli ci sono anche notevoli pressioni che non è semplice sostenere. È nei momenti difficili, che capitano a tutti, che devi lottare ed essere aiutato da chi ti sta vicino. A Castellammare, a 22 anni, facevo fatica e pensavo anche a smettere, ho reagito e così da Lanciano si è iniziato a vedere il vero Pavoletti che in questi anni è maturato giorno dopo giorno".
I RICORDI PIÙ BELLI
"Sicuramente il gol che ho nel cuore è quello che feci due anni fa a Firenze, che ci avvicinò alla salvezza nel 2018 in un momento dove eravamo quasi spacciati. La Nazionale? Ci spero, lavoro per tornarci, la maglia azzurra è quella a cui tutti i calciatori tengono in modo particolare e l'anno scorso esordire con il gol al Liechtenstein fu un'emozione indescrivibile".
UN CAGLIARI FORTE
"È stata costruita una squadra forte, che può fare molto bene e lo sta dimostrando. Abbiamo un leader come Radja Nainggolan che è un campione a livello tecnico e tiene particolarmente alla squadra. Godiamoci questa stagione e alimentiamo il sogno giorno dopo giorno. Il rendimento di quest'anno è figlio di un progetto partito da almeno due anni con uno zoccolo duro che è ancora presente nello spogliatoio".
ABEL, UN SOGNO CHE VIENE DA LONTANO
"Vengo da Lusaka, la capitale dello Zambia. Il calcio per me è sempre stato una passione forte, non appena ho saputo di venire qui in Italia ho iniziato a capire che stavano arrivando e succedendo delle cose molto belle dopo tutti i sacrifici che avevo fatto nel mio Paese.
L'APPRODO IN SARDEGNA
"Poco prima di partire dallo Zambia mio padre iniziò a stare male, volevo mollare e rimanere lì ma fu proprio lui a dirmi di continuare a coltivare il mio sogno. In Sardegna sono stato accolto benissimo: allenarmi in una realtà di alto livello come il Cagliari mi ha fatto crescere tanto sia dal punto di vista tecnico che umano. Il momento più bello sinora? Lo scorso anno giocavo in U17 e fui convocato in Primavera per una partita importantissima che avrebbe potuto regalarci i play-off. Per me stato davvero emozionante giocare quella gara. Il pareggio non ci bastò ma da lì siamo ripartiti e quest’anno siamo secondi. Il mio sogno è poter arrivare un giorno a giocare in Serie A con la maglia del Cagliari”.
LA NAZIONALE
"Ci ho giocato a 14 anni, con l'Under 17, ed ero di gran lunga il più giovane. Per me quella della mia Nazionale è una chiamata importante e sono sempre pronto a rappresentare lo Zambia. Che tipo di giocatore sono? Mi dicono che assomiglio a Kante, che dà l'anima in campo e vuole sempre vincere. Sono un giocatore di lotta e sacrificio, che dà sempre tutto. Tra i miei modelli c’è Nainggolan”.
Mercoledì 29 gennaio sarà il responsabile della Cagliari Football Academy, Bernardo Mereu, a illustrare all’International Job Meeting le prerogative sportive, sociali ed educative del progetto nell'incontro “L’importanza del progetto della Cagliari Football Academy come integrazione sportiva e sociale”, in programma alle 9.30 nel Padiglione G.