
Sfida alla Signora
Il 2020, l'anno del Centenario e del Cinquantennale dello Scudetto, inizia con un esame difficilissimo per il Cagliari; sicuramente il più complicato, sulla carta, di tutti i 38 che compongono il campionato di Serie A. I rossoblù sfidano all'Allianz Stadium la Juventus pluricampione d'Italia, due volte finalista di Champions negli ultimi cinque anni. Un'assemblea di fuoriclasse e di nazionali, tra i migliori al mondo nei rispettivi ruoli, a partire da Cristiano Ronaldo che nella considerazione generale contende a Messi il titolo di più forte calciatore al mondo. Una macchina da guerra, passata dalle mani di Allegri a quelle di Sarri e sempre ai vertici del campionato. Una Juventus ancora più pericolosa dopo la sconfitta di Supercoppa patita per opera della Lazio. Fermarla sarebbe un'impresa. come confermano le parole pronunciate dal tecnico rossoblù Rolando Maran durante la conferenza stampa di presentazione: “Dovremo saper andare oltre il normale”.
MISSIONE POSSIBILE
Eppure il Cagliari ha le carte in regola per provarci. Troppo facile sostenere di poter andare in campo con la mente sgombra, dall'alto di una classifica che continua a parlare positivo; una eventuale sconfitta contro la Juventus potrebbe entrare nell'ordine naturale delle cose e non toglierebbe una virgola al grande campionato disputato sin qui dai rossoblù. Invece è proprio la bellezza e l'alto livello di difficoltà della sfida che deve servire da molla per stimolare l'orgoglio e la consapevolezza di giocare convinti della possibilità di portare a casa un risultato utile. La partita perfetta e anche oltre. Fronteggiare la Juventus con personalità e coraggio, evitando la tentazione di chiudersi a riccio e difendersi tenendo bassa la linea di retroguardia, davanti alla propria area di rigore. Se la Juventus prenderà in mano le redini della gara, il Cagliari dovrà cercare di non farsi spaventare e contrattaccare colpo su colpo; non avrebbe senso limitarsi ad una difesa passiva ad oltranza. La conferma di un'identità cementata con l'andare del tempo. La partita di Bergamo, quando i rossoblù misero al tappeto l'Atalanta adoperando le sue stesse armi, è il modello da seguire come atteggiamento e approccio all'impegno. Ripetere l'intensità di quella prova sarebbe un abbrivio da rimarcare e una premessa interessante per uscire fuori dall'Allianz con un risultato favorevole in tasca; pur nella certezza che la Juventus dispone di campioni tali da rovesciare con una sola giocata mille buoni propositi.
ASSENTI E PRESENTI
Rolando Maran lamenta un paio di assenze importanti, soprattutto in difesa. Fuori Ceppitelli e Pisacane, due dei quattro centrali in rosa. Il tecnico ha annunciato il ricorso a Walukiewicz, giovane polacco al debutto assoluto in Serie A. Le referenze sul suo conto sono ottime, ha aspettato il suo momento con pazienza, si è applicato bene in allenamento e cercato di apprendere i delicati meccanismi del calcio italiano: adesso la palla passa al campo. Una situazione che ricorda da vicino quella del 10 gennaio 2009, quando il Cagliari, alla prima dell'anno solare, si trovò ad affrontare l'Inter di Mourinho dominatrice del campionato facendo a meno nel cuore della difesa dei titolari Lopez e Bianco. Il tecnico, Allegri, dovette ricorrere ad un giovane molto promettente ma all'esordio dal 1', Davide Astori. Finì 1-1, con tanti rimpianti per i rossoblù che andarono vicini al colpaccio, Astori giocò un partitone. Tra i pali poi rientra Robin Olsen, che ha tanta voglia di recuperare il tempo perduto. Al completo la linea di centrocampo e attacco, coi rientri di Nandez e Castro: unica eccezione, il forfait di Daniele Ragatzu. C'è il desiderio di ricominciare col piede giusto, in quest'anno speciale che bisogna fare diventare magico. A partire dal pomeriggio di oggi.
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