
Sfida da quartieri alti
Di nuovo in campo il lunedì sera, a chiudere il programma del sedicesimo turno. Ed è la miglior chiusura possibile perché Cagliari-Lazio è il big match della giornata di calendario: di fronte terza contro quarta, una sfida da alto concentrato tecnico, tra due squadre belle da vedere, rivelazioni del campionato. Uno spettacolo da godersi comodi in poltrona e che ha mobilitato i tifosi rossoblù alla Sardegna Arena.
LAZIO IN GRANDE CONDIZIONE
La Lazio è forse il peggior avversario possibile da incontrare, per i rossoblù. I numeri certificano il valore della squadra diretta da Simone Inzaghi: sette vittorie di fila, che hanno proiettato i biancazzurri al terzo posto, a sei punti dalla vetta. Il braccio armato è Ciro Immobile, 17 gol in 15 partite; ma la Lazio è anche altro, prescinde dai gol seppur fondamentali del suo cannoniere. Un complesso solido dai meccanismi perfetti e dove trova posto anche il gusto per l’estetica. Gioca bene, la Lazio, confortata dalla qualità dei suoi trequartisti, Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Al fianco di Immobile fa sfracelli l’argentino Correa, che già l’anno scorso mostrò le sue qualità alla Sardegna Arena. E l’organizzazione difensiva è meno celebrata ma concede pochissimo agli avversari: 15 gol al passivo, solo l’Inter con 14 ha fatto meglio. L’eliminazione dall’Europa League è un altro dettaglio che caricherà la formazione laziale, a caccia di un riscatto immediato. Per il Cagliari è un test durissimo, ma si parte alla pari.
EQUILIBRIO TRA LE DUE FASI
I rossoblù hanno già fatto vedere di esprimersi al meglio contro avversari che giocano a viso aperto, senza adottare particolari infingimenti tattici. Sotto questo aspetto la Lazio è la squadra ideale perché i biancazzurri amano il confronto diretto, non fanno certo barricate. La chiave è trovare il giusto mix tra aggressività in pressing ed equilibrio tattico: quello che ha fatto difetto alla squadra rossoblù contro il Sassuolo, per esempio. Farsi trovare impreparati, lunghi, di fronte ai contropiedisti di Inzaghi equivarrebbe ad un suicidio. Semmai dovrebbe avvenire il contrario: ovvero, cercare di sorprendere la Lazio in velocità. trovando spazio in modo da affondare oltre la linea difensiva. Il Cagliari ha i giocatori adatti per poterlo fare. L’assenza di Rog toglie qualità e capacità di andare in profondità e peccato anche per l’infortunio di Castro, un altro che oggi, nei duelli incrociati tra i piedi buoni, sarebbe stato molto utile; ma Rolando Maran ha gli elementi giusti in grado di non fare rimpiangere il croato e l’argentino, a cominciare da Artur Ionita. L’eccezionale stato di forma di Joao Pedro, in gol da quattro partite consecutive, rende confidente l’ambiente rossoblù; e Giovanni Simeone ha tanta voglia di tornare ad essere protagonista sotto porta, lui che parla non solo con le reti all’attivo ma anche con un gran movimento a tutto campo. Sicuramente tutta la squadra, al di là dei singoli, dovrà esprimersi su alti livelli per fermare la corsa di una Lazio lanciatissima. Come ha affermato il mister Maran nella conferenza stampa di presentazione: “Dovremo non solo fare l’ordinario ma anche lo straordinario”. Tradotto: evitare gli errori banali che possono spalancare la porta ai talentuosi attaccanti laziali; tenere il ritmo alto in modo da disturbare la costruzione della manovra; leggere bene i vari momenti della partita, mettendo in conto anche le fasi di possibile sofferenza; sfruttare con spietatezza e cinismo le occasioni create. La squadra avrà un formidabile alleato nel calore del tifo della Sardegna Arena, pronta ad incendiarsi come già accaduto nelle precedenti notti di campionato e coppa.
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