Torrone e carapigna ad Aritzo

Torrone e carapigna ad Aritzo

I calciatori sono tenuti a seguire un severo regime alimentare, ogni tanto però è possibile fare un piccolo strappo alla regola, specie se ci si trova in un territorio, quello di Aritzo, dove le tentazioni di gola non mancano. Così i rossoblù hanno goduto di un gustoso dopocena, assaggiando il torrone e la carapigna.

Alcuni si sono anche rimboccati le maniche e hanno fornito un bel contributo alla preparazione delle rinomate specialità, secondo un rito ormai consolidato negli ultimi anni. Leonardo Pavoletti, seguito a ruota da Alessio Cragno e Luca Ceppitelli, hanno dato il buon esempio, aiutando validamente il torronaio Antonio Maxia. La ricetta è semplice: inizialmente si fa scaldare il miele nel “caddargiu”, un grande paiolo. Quindi vengono aggiunti prima l'albume d'uovo, poi la frutta secca, come mandorle e nocciole. Infine, occorre continuare a mescolare e ad amalgamare senza sosta gli ingredienti per ottenere il torrone perfetto.

Semplice anche la modalità di preparazione della carapigna, opera di Chicco Floris. All’interno di un contenitore chiamato “barrile”, acqua, zucchero e limone. All'esterno vanno versati ghiaccio di neve e sale. A questo punto è necessario lavorare il prodotto per renderlo più soffice possibile. Una leccornia fortemente apprezzata da tutti coloro che l'hanno provata, sia dalla squadra che dallo staff.