
Carli: “Vogliamo una squadra offensiva”
Il Direttore Sportivo rossoblù Marcello Carli ha incontrato la stampa prima del calcio d'inizio tra Cagliari e Olbia per il “Trofeo Sardegna”.
LA PROGRAMMAZIONE
“Partirà da lunedì quando incontrerò il Presidente, ci siamo presi una settimana di tempo per decidere sull'allenatore e sui giocatori. Vogliamo costruire una squadra più forte, che dia emozioni. Il Presidente mi sta trasmettendo la sua carica, ha tanta voglia di migliorare, il che non vuol dire promettere una posizione precisa in classifica, ma prima salvarsi poi cercare di migliorarsi. Questo fa parte dello sport, ma dobbiamo prenderlo con un nostro dovere”.
DISCORSO ALLENATORE
“Con Diego Lopez ho trascorso quaranta giorni in ritiro, so che gran lavoro ha fatto: dopo Genova era difficilissimo rialzarsi, lui è riuscito. Non abbiamo contattato nessun altro allenatore. Che sia Diego o no il tecnico per l'anno prossimo, vogliamo un allenatore che pensi alla fase offensiva, che porti la gente a lasciare lo stadio felice dello spettacolo cui ha assistito. A me piace il calcio offensivo, ma più del modulo credo che conti la mentalità. Vogliamo costruire un team dove tutti, dall'allenatore ai magazzinieri, quando salgono sul pullman abbiano il desiderio di andare a fare qualcosa di importante. In questo sport devi credere nei sogni, altrimenti non crei emozioni”.
LA SQUADRA
“Vorremmo tenere i più forti, mi piacerebbe restasse anche Barella. Abbiamo giocatori giovani e di prospettiva, Pavoletti è stato un investimento importante da parte della Società. Per quanto riguarda l'attacco, secondo me alcuni giocatori quest'anno non hanno reso in proporzione al loro valore, ma restano elementi di qualità, dunque non vorrei ci fosse troppa fretta nel cambiare: il rischio è di rimpiangere poi elementi di grande valore. Valuteremo con l'allenatore e in base al modulo che vorrà adottare”.
LA SALVEZZA
“Il Cagliari ha fatto qualche brutta partita ma anche qualcuna buona. La squadra non è stata condizionata da fattori extracalcio ma credo che il problema sia stato rendersi conto troppo tardi che l'obiettivo stava cambiando. Quando abbiamo battuto l'Udinese e siamo saliti a cinque punti, ricordo che misi tutti in guardia: pensavo che ci saremmo salvati all'ultima giornata perché se arriva una ricaduta diventa poi quasi impossibile rialzarsi, parlo per esperienza. Noi siamo stati bravi ad esserci riusciti. La chiave penso che sia stata la partita contro la Roma, quando il pubblico si è fermato ad applaudire la squadra e ho visto negli occhi dei ragazzi non la delusione per un risultato immeritato, ma tanta rabbia. La nostra salvezza è iniziata lì”.
L'AMORE DEI TIFOSI
“Nelle ultime tre domeniche abbiamo salvato la categoria ma siamo riusciti a fare qualcosa di altrettanto straordinario: ritrovare l'amore della nostra gente. Io sono qui da poco ma ho potuto toccare con mano l'eccezionale attaccamento di questo popolo verso la propria squadra. Non solo in occasione della partita di domenica, ma anche nei giorni precedenti, quando sono venuti in tanti all'allenamento ad incoraggiare i giocatori. Si tratta di un patrimonio da non disperdere, non con le promesse, ma andando avanti sulla falsariga delle ultime settimane. Posso dire che domenica ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta venendo a Cagliari: non avevo mai provato una emozione tanto forte”.