
All’epoca, ogni quindici giorni, la Domenica, era l’appuntamento fisso cui il popolo sardo, tifoso e no (ma lo erano pressoché tutti), preparava come un rito irrinunciabile.
Quel giorno, quella Domenica del 12 Aprile 1970 però, il rito (lo percepivano tutti tacendo per pudore e scaramanzia) stava per trasformarsi in evento.Non vi era grande disponibilità di parcheggi intorno al “vecchio” Amsicora e, da qualsiasi parte della città si provenisse, era da tempo invalsa l’abitudine di formare lunghe teorie di pedoni che, quasi in pellegrinaggio, raggiungevano con grande anticipo il tempio deputato alla celebrazione.Quel giorno, quella Domenica di 36 anni fa, i cancelli d’ingresso si sarebbero spalancanti alle 10.00 del mattino : era attesa una gran folla proveniente da ogni angolo dell’isola, la maggior parte dei posti non era numerata e quindi, giocoforza, occorreva entrare tra i primi per assicurarsi quelli migliori o, comunque, meno peggio.
La sera del Sabato l’avevamo trascorsa a fantasticare su cosa sarebbe potuto accadere : “Se noi” (il Cagliari) e contemporaneamente “Se loro” (la Juventus) … ma … tutto sommato è meglio non illudersi, tante volte noi Sardi siamo stati vicini al raggiungimento di un traguardo, poi …Per chi non ha vissuto quell’epoca in maturità, riportiamo quanto (qualche anno più tardi) ebbe a scrivere Gianni Brera :
-“Lo Scudetto del Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. Fu l’evento che sancì l’inserimento definitivo dell’Isola nella storia del costume nazionale. Questa regione rappresentava, fino agli anni sessanta, un’altra galassia. Per venirci bisognava prendere l’aereo e gli italiani avevano una paura atavica di questo mezzo di trasporto. La Sardegna aveva bisogno di una grande affermazione e l’ha avuta con il calcio, battendo squadroni di Milano e Torino tradizionalmente capitali del Football Italiano.Lo Scudetto ha permesso alla Sardegna di liberarsi da antichi complessi d’inferiorità ed è stata un’impresa positiva, un evento gioioso. La Sardegna era fino ad allora nota per la Brigata “Sassari” ma le sue vicende furono un massacro”.
Dunque dicevamo della vigilia : contrariamente all’abitudine di quell’età e del Sabato sera andammo a letto presto dandoci appuntamento per l’indomani alle 08.30 del mattino. Con grande sorpresa e rammarico ci rendemmo subito conto che in tanti (troppi a nostro modo di vedere) avevano avuto la nostra stessa idea. A malincuore, ci accodammo alla lunga fila che, per noi, cominciava in via della Pineta all’altezza della Chiesa di San Pio X : mancava un’ora all’apertura dei cancelli dello stadio, addirittura sette al fischio d’inizio.Alle 10.30 riuscimmo a prender posto nella parte alta dei “Distinti”: alle nostre spalle lo stabilimento della “SANAC”, in faccia la tribuna “alberata” ovvero quella serie di piante che, fiancheggiando il viale Poetto, superavano in altezza il muro di cinta dell’Amsicora offrendo uno scomodo ma gratuito punto d’osservazione dell’incontro.Molti dei nostri vicini (in gran parte provenienti dalle zone interne dell’isola) ingannavano l’attesa con colazione/pranzo a base di malloreddus e porchetto concedendosi un sorso di “spingipani” che non tardiamo a capire essere il vino (rigorosamente nieddu) portato da casa ed ovviamente generosamente offerto ai confinanti di posto con immediata fraternizzazione estesa al tu cameratesco tralasciando differenze di età e ceto sociale.Che il tanto atteso momento stesse per arrivare lo percepimmo dal gracchiare degli altoparlanti che prima ci consigliarono di festeggiare con Stock (in caso di vittoria) poi suggerirono di consolarci, sempre con la Stock di Trieste, nel caso contrario. Se poi qualcuno avesse avuto bisogno (sempre) dell’ora assolutamente esatta, niente paura, paracadutato dal cielo arrivava “Bulova Acutron” l’orologio dell’era spaziale!!
Ormai ci siamo, l’amplificazione tace ad effetto per poi riprendere con impostazione solenne : “Amici sportivi buon pomeriggio (pausa) agli ordini del sig. De Robbio di Torre Annunziata scendono in campo (altra pausa) Bari : Spalazzi, Loseto, Zuckowski, Diomedi ecc, ecc … (segue ulteriore pausa in un silenzio irreale) Cagliari (boato) Albertosi, Martiradonna, Mancin, (boato)Cera, Niccolai, Poli (boato), Domenghini, Nené, Gori, Brugnera ….Riva (apoteosi)
Per capire cosa Riva rappresentasse in quegli anni riportiamo un suo ricordo estrapolandolo da un’intervista dell’epoca in cui, “Rombo di Tuono”, raccontava del suo rapporto con la Sardegna :
“Una volta sono entrato a Seui nella casa di una vecchietta. Sul muro, accanto alle foto dei suoi familiari, era appesa anche una mia fotografia. Bellissimo! Capii in quel momento che consideravano anche me uno della famiglia”.
Ma torniamo alla partita : la prima svolta nei primi
-“Ci assegnano una punizione nella trequarti del Bari e metto a terra per calciare (è Mario Brugnera a raccontare). Gigi mi si avvicina e chiede di mettergliela a girare sul primo palo. Poco dopo eseguo con palla tesa a mezza altezza : Riva, in tuffo, si infila tra marcatore e portiere per l’uno a zero come da copione”.

Allo stadio, con l’inizio della ripresa, le partite da seguire diventano due. La prima è quella che abbiamo davanti agli occhi, la seconda la percepiamo attraverso i transistor di cui siamo opportunamente equipaggiati : “Dallo Studio Centrale, Roberto Bortuluzzi …” E’ la trasmissione radiofonica “Tutto il Calcio minuto per minuto” che attraverso i campi collegati ci farà vivere anche le emozioni legate a Lazio-Juventus in corso di svolgimento all’Olimpico.I bianconeri sono sotto di un gol e quando arriva la notizia del raddoppio biancoceleste l’Amsicora trema per il boato del pubblico.E’ fatta! Non ci raggiungono più!Di lì a poco il nostro raddoppio (ad opera di Gori) ci da la certezza : siamo Campioni d’Italia per la Stagione 1969-1970.
Si festeggia fino all’alba e nelle settimane seguenti.
Forse qualcuno, in cuor suo, continua a farlo anche oggi.
Dirà più tardi Sandro Ciotti :
“Il protagonista è stato Lui, il vecchio stadio “Amsicora fervido di una passione civilissima eppure straordinariamente partecipe alla quale è bastato, per esplodere, un crudo ma suggestivo elenco di nomi : Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nené, Gori, Greatti, Riva.
Note di Cronaca :
Campionato Italiano – Serie A
Stagione 1969/70 (torneo a 16 squadre)
28° giornata (13° di ritorno)
Cagliari 12 Aprile 1970 – ore 16.00- Stadio “Amsicora”
Arbitro sig. De Robbio di Torre Annunziata
CAGLIARI : Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Poli, Domenghini, Nené, Gori, Brugnera, Riva (a disposizione : Reginato e Nastasio).
BARI : Spalazzi, Loseto, Zuckowski, Diomedi (dal 61° D’Addosio), Spimi, Muccini, Cané, Fara, Spadetto, Collautti, Pienti (a disposizione : Colombo).
Risultato finale : Cagliari batte Bari
Questi i voti in pagella attribuiti, per quella gara, dall’inviato del “Corriere dello Sport” Ezio De Cesari : Albertosi 7, Martiradonna 7, Mancin 7, Cera 7, Niccolai 7, Poli 7, Domenghini 8, Nené 8, Gori 8, Brugnera 7, Riva 8.