
Capozucca: "Ciao Cagliari. E grazie”
Una conferenza stampa di saluto che in certi momenti ha lasciato spazio ad una comprensibile commozione. Stefano Capozucca lascia il Cagliari e la sua non è stato una decisione facile. “Il mio addio era programmato da tempo, ma avevamo in ballo qualcosa di importante per la classifica ed era giusto lasciare le cose tranquille. Una scelta, quella di lasciare, condivisa col Presidente e maturata già prima del Trofeo Sardegna”.
Capozucca tiene a precisare due cose: “La mia decisione non è causata da divergenze con Massimo Rastelli. Ho condiviso due stagioni importanti, dove abbiamo vinto il campionato e colto una salvezza con largo anticipo: il nostro rapporto è ottimo e in questi due anni c’è stata sempre unità di intenti. Inoltre al momento non ho firmato né ho avuto contatti con nessun’altra squadra. Spero di trovarne una al più presto, perché dopo oltre trent’anni di calcio non mi piacerebbe restare con le mani in mano”.
La squadra è stata informata dell’addio ad inizio settimana. “Marco Sau nella sua veste di capitano mi ha consegnato una maglia gara con le firme di tutti. E’ stato un gesto molto bello”.
Nutrita la lista dei ringraziamenti: “Al Presidente che mi ha offerto la possibilità di venire qui, mi ha trasmesso tanto entusiasmo sin dal primo giorno e mi ha dato l’autonomia di costruire una squadra e vincere; a Stefano Filucchi, grazie al quale sono arrivato a Cagliari e a cui devo molto. Ringrazio anche chi mi è stato vicino in questi due anni e mi ha fatto sentire a casa, persone a cui lascio un pezzo di cuore: Alessandro Steri, Chiara Matteoli, i ragazzi della cucina di Asseminello. Ringrazio anche voi giornalisti, compreso chi mi ha criticato non conoscendomi”.
Un particolare saluto alla gente di Cagliari: “Qui sono stato davvero molto bene. In questi giorni sto ricevendo tante dimostrazioni di affetto da parte di molte persone, anche sui social. Mi sono commosso e non è facile alla mia età: il Direttore sportivo è una figura importante ma non di rilievo come i giocatori, l’allenatore, il Presidente. Vado via con la morte del cuore ma allo stesso tempo felice per avere conosciuto questa realtà”.
“Uno dei ricordi più belli di queste due stagioni? Non dimenticherò mai quelle scene di festa: rientravamo da Bari, i tifosi ci attendevano in aeroporto, erano le 3 del mattino e loro erano tantissimi. Avevamo centrato l’obiettivo della promozione: missione compiuta! La gente era felice e alla loro felicità avevo contributo anch’io”.