Colombo incontra gli studenti

Colombo incontra gli studenti

Roberto Colombo ha incontrato gli studenti di Cagliari e dell’hinterland nella sala conferenze della Parrocchia di Sant’Eusebio in via Quintino Sella. Tema di discussione: “Passione, futuro e solidarietà - Come conciliare scuola e lavoro ed esempi di iniziative sociali in contesti a rischio emarginazione”, nell’ambito del progetto sociale “Dentro il quartiere, il gioco delle relazioni”, nato dalla collaborazione tra l’associazione “Casa Emmaus”, la Diocesi di Cagliari, la Fondazione Giulini e il Cagliari Calcio. All’incontro ha partecipato anche lo psicologo rossoblù, Fabio Zarra.

È stato proprio quest'ultimo a prendere per primo la parola. Responsabile della foresteria dove alloggiano i giovani in forza al Cagliari, Zarra ha affermato l’importanza di dare delle regole: “Anche tenere in ordine le proprie cose e fare la raccolta differenziata. Sempre in quest’ottica viene insegnato il metodo. I nostri ragazzi vengono stimolati affiancando i tecnici negli allenamenti con i calciatori più piccoli, un tutor didattico li aiuta negli studi”.

Quindi, palla a Colombo, che si è detto felice ed emozionato di tornare da dove è partito, dagli oratori. “Qui mi hanno insegnato l’amore per lo studio”. Alcuni saggi consigli: “Legatevi alle persone che vogliono il vostro meglio e usate bene il vostro tempo”.

Colombo poi ha risposto alle domande dei ragazzi. Il portiere rossoblù ha fatto riferimento al suo progetto sociale, “Dolci libertà”, nato all’interno della Casa Circondariale di Busto Arsizio. “Un esempio virtuoso di start-up, creato insieme ad un gruppo di altri calciatori dieci anni fa: dieci anni durissimi, ma i nostri sforzi sono stati ripagati. I detenuti, accuratamente formati, si occupano della produzione di un vasto assortimento di dolci, scoprendo il valore di un lavoro serio e impegnativo. Il progetto ha contributo sinora alla riqualificazione personale e professionale di oltre cento detenuti”

Per conciliare studi e sport, esiste un solo metodo: “Fare bene una cosa alla volta e ottimizzando minuti e ore a disposizione. All’inizio è difficile, ma dandosi degli obiettivi il tempo ci dà ragione”.

Sul suo futuro una volta appesi i guanti al chiodo: “Sarà difficile abituarsi a non avere più le pressioni quotidiane del calcio. Non farò però l’allenatore o il preparatore, mi vedo più nel campo manageriale. A livello familiare mi piacerebbe rimanere a vivere a Cagliari ancora per qualche anno: vedo che qui le nostre figlie stanno crescendo molto bene”.