Joao Pedro: “Il Cagliari è il massimo”

Joao Pedro: “Il Cagliari è il massimo”

“Sono il capitano di quello che per me è il Club migliore del mondo. Passione ed entusiasmo salveranno questa squadra, dipende solo da noi, dal Cagliari”. Joao Pedro ha rilasciato un’intervista al quotidiano “Il Corriere dello sport”, in edicola oggi. Tanti i temi affrontati dal numero 10 rossoblù, a partire dall’arrivo di mister Semplici: “Ha portato maggiore serenità ed entusiasmo. Ci ha detto: “Avete qualità in abbondanza, state tranquilli e giocate come sapete”. Joao, come la scorsa stagione, è attualmente il miglior marcatore brasiliano di tutti i maggiori campionati europei: “La Selecao? Se dovesse arrivare la chiamata, darò l’anima come ho sempre fatto”. Di seguito un estratto dell’intervista:

IL SOGNO DI DIVENTARE CALCIATORE
“Andavo a vedere mio padre che giocava, non ho mai voluto fare altro da piccolo che non il calciatore. La mancanza di alternative è stata probabilmente la mia fortuna. Non mi sono reso conto subito di quanto sarebbe stata dura. Mai stato presuntuoso, semmai un minimo incosciente”.

L’EVOLUZIONE DEL RUOLO
“Lo scopo del gioco è segnare. Io ho cominciato da mezzala e ogni tecnico mi ha regalato un pezzetto di campo: Zeman, Rastelli. Con Maran sono diventato definitivamente una seconda punta. Se ho una caratteristica è spendere sempre tutto, in ogni partita. Credo che sia da quello che si giudica un giocatore, molto più che dai risultati o dalle cifre. Lavoro accanto a gente forte davvero. Pavoletti mi ha insegnato tutto ciò che una punta deve sapere”.

IL CAGLIARI DI JOAO
“Sono il capitano di quello che per me è il club migliore del mondo, vivo in una città stupenda davanti a un mare stupendo. La gente viene qui e non vuole più andarsene. Per me tutto questo equivale a essere il numero uno”.

UN PENSIERO ALLA SELECAO
“Nel Brasile c’è una marea di giocatori straordinari e giovani, tutti decisi ad arrivare. Io credo che la fortuna abbia un ruolo, però nel calcio è sempre il merito a fare la differenza. Non credo di essere stato ignorato. Ho quello che mi sono guadagnato. Se dovessero chiamarmi, darò l’anima come ho sempre fatto”.

NAINGGOLAN, L’ARMA IN PIÙ
“Radja è uno che non lascia mai gli altri in mezzo al mare. Se riusciamo ad assecondarlo, aggiunge parecchio ad una squadra che comunque aveva già uno spessore notevole. Secondo me basta stare tranquilli per tenerci la A".

UN “PIATTO D’ACCIAIO”
“Come nasce il mio tiro forte con l’interno piede? Mi ero infortunato ad una caviglia, è stata un’assenza lunga. Appena rientrato non riuscivo a tirare di collo. Ho fatto di necessita virtù. E di un problema un’opportunità. Ci lavoro da anni”.

SECONDO SOLO AL MITO
“Conosco bene Gigi Riva e l’ho sempre ammirato. Per noi che viviamo e lavoriamo nel calcio a Cagliari è un dio. So di essere il secondo marcatore in A nella storia del Club, dietro solo a lui. Niente paragoni, per me è un onore essere accostati ad uno così”.

LE ESULTANZE ALLA JP
“Le inventa mio figlio André. Io eseguo soltanto. Finché non gioisco come dice lui neppure si accorge che ho segnato”.