Giulini: “Programmiamo il futuro del calcio”

Giulini: “Programmiamo il futuro del calcio”

Tommaso Giulini ha parlato con “La Gazzetta dello Sport”, in edicola oggi. Nella lunga intervista realizzata con il vice direttore del quotidiano, Andrea Di Caro, il Presidente rossoblù affronta numerose tematiche: l’emergenza covid-19 che ha colpito tutto il mondo dello sport; il presente e il futuro del calcio che non potrà fare a meno del sostegno delle istituzioni. La data del 12 aprile, i 50 anni dello Scudetto: una ricorrenza speciale che come tutti i tifosi del Cagliari il Presidente trascorrerà a casa appendendo alle finestre qualcosa di rossoblù, in omaggio ai Campioni d’Italia. Di seguito un estratto dell’intervista:

LA RIPRESA
“Non faccio previsioni. Semplicemente quando ci saranno le condizioni sanitarie per ripartire lo faremo. E se ci sarà la possibilità di riprendere serviranno regole chiare e prestabilite. Se riprendiamo e ci saranno ulteriori contagi, cosa si farà? Diventerà quella la classifica finale? Personalmente credo che se non si dovesse riuscire a ripartire entro metà giugno e terminare entro la fine di luglio abbia poco senso riprendere. Va messo un limite e avere il coraggio di fare un triplice fischio finale. Inoltre dobbiamo capire cosa vogliono i tifosi, senza di loro il calcio non esiste. Intanto ringrazio i dipendenti e i collaboratori del Cagliari che in questo momento stanno facendo sacrifici per il bene della società”. 

IL FUTURO DEL CALCIO 
“Mi preoccupa. Il mondo avrà per un certo periodo un’economia post bellica in cui cambieranno tutte le dinamiche, anche nel calcio: parlo di sponsor per i quali mi auguro ci saranno da parte del governo forti agevolazioni fiscali, altrimenti li perderemo. Cambierà il modo di vivere il pallone. Prima a porte chiuse e poi, quando si riapriranno, con abbonamenti a prezzi da rivedere. C’è la partita dei diritti tv da affrontare. I ricavi globalmente saranno inferiori e di questo bisognerà iniziare a parlare per trovare soluzioni non solo a livello italiano ma anche a europeo. Servirebbe finalmente un meccanismo di salary cup per le principali leghe europee per evitare che la forbice tra grandi e piccoli club aumenti ancora e difenderci dalla tentazione astrusa di chi propone super leghe e superchampions, che in questo momento decreterebbero la fine delle competizioni nazionali, che invece andranno sostenute dopo il virus. Insomma, non perdiamoci in polemiche ma programmiamo assieme il futuro del calcio”. 

PROGETTO NUOVO STADIO 
“Sarà fondamentale che da governo e regioni arrivino sovvenzioni importanti per la costruzione degli stadi. Noi abbiamo rinunciato al centro commerciale perché nel post covid dobbiamo essere al fianco dei piccoli commercianti, degli artigiani e dell’economia locale senza andare a caricare la città con nuovi spazi commerciali che non avrebbero alcun senso nei prossimi anni. Senza aiuti, anche il nostro stadio si fermerà come tanti altri italiani. L’80 per cento versano in condizioni ridicole, se in futuro l’Italia volesse organizzare qualche evento internazionale non possiamo certo immaginarlo con questi impianti”. 

FESTEGGIAMO LO SCUDETTO 
“Festeggerò questa data così simbolica per tutta la Sardegna in famiglia e come tutti i tifosi appenderò qualcosa di rossoblù alle finestre di casa. Aprirò una bottiglia del miglior vino per brindare a quel gruppo straordinario di uomini e amici che realizzò una delle più grandi imprese dello sport italiano. Avremo poi modo di festeggiare più avanti. Il virus non ci terrà in casa per sempre. Vale per la vita che tornerà alla normalità, per il cinquantenario dello scudetto come per il centenario della nascita del Cagliari”.
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