
Canzi: “La Primavera dei sardi”
Il mister della Primavera rossoblù Max Canzi ha preso parte alla trasmissione di Radiolina “Il Cagliari in diretta”. Il tecnico si è soffermato inizialmente sull’ottima stagione sin qui disputata dai suoi ragazzi e suoi prossimi obiettivi: “Siamo matematicamente salvi e, guardando alle statistiche degli ultimi due campionati, vicini ai play-off. Abbiamo sette punti di vantaggio sull’Inter, terza, a due terzi della stagione regolare. Riesco a concentrarmi solo su un obiettivo alla volta: adesso il prossimo è entrare nei play-off, quindi conquistarli nella migliore posizione di classifica possibile e poi arrivare sino in fondo”.
LA SARDITÀ E IL SENSO DI APPARTENENZA
“Otto undicesimi della squadra sono sardi, un aspetto che da un paio di anni ci caratterizza. Alcuni di questi hanno fatto tutta la trafila dai Pulcini, segno che il Settore giovanile sta facendo un grande lavoro. Un senso di appartenenza reso ancora più forte dalla presenza di due monumenti come Daniele Conti, coordinatore tecnico della Primavera e dell’Under 17, e di Alessandro Agostini, il mio primo collaboratore. Sono degli esempi viventi di comportamento, mettono grande passione in quello che fanno, loro così tutti gli altri componenti del mio staff, Antonello Brambilla, Davide Marfella e Marco Calligaris”.
LA LEZIONE DELLA SCORSA STAGIONE
“L’anno scorso abbiamo giocato un grande campionato, al primo anno di Primavera1, siamo arrivati davanti a delle corazzate. Alla fine non siamo entrati nei play-off per un rigore dubbio nel finale dell’ultima partita. Il gruppo è molto simile a quello dell’anno scorso, le sconfitte se vissute nel modo giusto aiutano a crescere”.
LA PRIMAVERA E I TIFOSI
“Per i giocatori è bello scendere in campo alla Sardegna Arena, vivono una situazione di grande crescita. Purtroppo ci si scontra con problemi organizzativi, aprire uno stadio non è semplice e ha costi alti. Però i tifosi li aspettiamo anche ad Asseminello, questi ragazzi meritano di giocare davanti ad un grande pubblico: stanno portando in alto di nome della Sardegna, c’è la possibilità di fare qualcosa di unico, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.
GIOVANI, SPORT E CULTURA
“Lavorare con gli adolescenti è difficile ma molto bello. Ti danno veramente tanto e più dai, più ti ritorna indietro. Cerco di sollecitare i ragazzi anche sotto l’aspetto culturale, la maggior parte va bene a scuola e questo è motivo di grande soddisfazione. L'estate scorsa, per esempio, siamo stati in ritiro a Isili, abbiamo visitato il nuraghe, il Museo della seta e quello del rame. Vorrei sottolineare il tipo di vita che conducono questi ragazzi: sveglia alle 7, scuola, panino in auto, allenamento, cena veloce e poi di nuovo sui libri a studiare. Una vita bellissima, fanno quello che gli piace, ma che comprende anche tante rinunce, al contrario dei loro coetanei”.
IL RAPPORTO CON L’ISOLA
“È il mio quinto anno in Sardegna, l’impatto iniziale è stato fortissimo. La città mi ha adottato immediatamente, mi sono subito sentito a casa”.