
Pavoletti: "Ragioniamo da grande squadra"
"Un momento bellissimo, è cambiata la mentalità, ora si ragiona da grande squadra. La qualificazione in Europa è un sogno e sognare è un diritto”. Così Leonardo Pavoletti, che ha rilasciato un'intervista a "GQ Italia", mentre continua il suo percorso di recupero dall'infortunio al ginocchio patito ad inizio campionato.
SOGNO EUROPEI
“Fine agosto, salto, metto il piede a terra, sento un rumore forte e secco. Capita, non ne faccio un dramma e non dico che sono sfortunato. Sto lavorando sodo, spero di tornare a marzo. A giugno 2020 ci sono gli Europei, avrò pochi mesi a disposizione, voglio convincere Mancini a convocarmi".
LA GIOIA PIÙ GRANDE
"Di sicuro il gol in Nazionale, al Liechtenstein, nell'unica partita che ho giocato. Entro e segno subito: ho reso babbo e mamma orgogliosi di me.
LA SVOLTA
"A 22 anni giocavo nella Juve Stabia, in Serie C. Ero in confusione, giravo a vuoto. Mi sono detto "Pavo, qui devi decidere cosa vuoi fare di te stesso". Quella fu la prima volta in cui mi sono sentito un uomo. L'anno dopo a Lanciano ho segnato 16 gol ed è cominciata la mia seconda vita".
LA FAMIGLIA
"Vedere crescere mio figlio Giorgino, aiutarlo a camminare, fargli il bagnetto, cantargli le canzoncine, sono queste le cose che mi rendono felice. La mia compagna, Elisa, ha reso la mia vita migliore, senza di lei mi sentirei perso".
LIBRI E SOCIAL
"Tengo sempre con me "Il vecchio e il mare" di Hemingway. Mi ha insegnato che sei da solo nella tua barca e ti devi arrangiare. Con i social ho un rapporto leggero, di notte mi sveglio di colpo perché mi viene in mente una cosa divertente, il giorno dopo la scrivo".