
Giulini: “Il Cagliari, passione e magia”
Il presidente rossoblù Tommaso Giulini si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al magazine Vanity Fair. Una chiacchierata a 360 gradi con il vicedirettore Malcom Pagani realizzata tra Villasimius e il Centro sportivo di Assemini: la famiglia, il lavoro, le ambizioni. Una passione straordinaria per il calcio, coltivata sin da ragazzo; il Cagliari nel destino.
PASSIONE
Nel corso dell’intervista il Presidente ha spiegato la sua filosofia di gestione del club: “Non mi piace né l’idea di un mecenatismo di corto respiro in cui si mettono a repentaglio i propri capitali, né quella sbagliata e socialmente immorale di guadagnare con il calcio”, ha detto Giulini. “Non voglio rovinarmi e non voglio arricchirmi. Cerco la sostenibilità, la stabilità, la serietà. Sono un gestore, la squadra è dei tifosi e tutto quello che posso mettere nell’impresa è la passione”.
ALEATORIETÀ
Da un lato la programmazione, dall’altro l’imponderabile: nello sport nulla è mai certo: “Il calcio è un romanzo. Non è schematico come un diagramma aziendale né offre le certezze previsionali di un piano decennale. Ci sono probabilità, ipotesi, embrioni di prospettiva che magari muoiono per un infortunio, un colpo di vento, una zolla di terra, un gol sbagliato. In campo alla fine vanno undici uomini. Come avranno dormito? Come si saranno svegliati? Avranno litigato con il figlio o con la moglie sino a esserne condizionati nei novanta minuti? Non lo sai mai”.
SODDISFAZIONE
Spazio al Settore giovanile, uno dei fiori all’occhiello del Club. La Primavera rossoblù vola con in panchina mister Max Canzi, che curiosamente ha allenato un giovanissimo Giulini: “Non avrei mai avuto le qualità per diventare professionista ma lui mi aiutò a crescere come persona. È quello che facciamo qui fin dalle Academy. Formiamo prima gli uomini e poi i calciatori. La squadra Primavera è la soddisfazione più grande che ho avuto dal calcio. Quattro anni fa partimmo con un gruppo di quattordicenni, oggi questi ragazzi, quasi tutti sardi, interamente formati da questa gestione si affacciano in Serie A. Merito anche di Max e di Daniele Conti. Da calciatore fu una bandiera, oggi è un esempio, amatissimo, di come ci si può reinventare mettendo la propria sapienza a disposizione degli altri”.
MAGIA
Da una cessione sofferta alla volontà di realizzare una squadra che potesse regalare tanta felicità a un popolo intero: “Reinvesto ciò che entra nelle casse societarie. Se incasso 45 milioni dalla cessione di Barella li rimetto in circolo. Cerco di dare una gioia ai nostri tifosi. C’è qualcosa di unico e magico nel fare calcio a Cagliari. Anzi, posso correggere un concetto. Il tifoso è il continentale. Chi segue il Cagliari è un innamorato. Della sua squadra e della sua terra”.
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