Ceppitelli: “A Torino con la nostra identità”

Ceppitelli: “A Torino con la nostra identità”

Luca Ceppitelli ha partecipato alla trasmissione radiofonica “Il Cagliari in diretta”. Tanti i temi trattati dal difensore rossoblù nel corso dell’intervista.

IL RIENTRO DOPO L'INFORTUNIO
“Non è stato facile stare fuori, ma tutti quelli che sono entrati al mio posto hanno fatto la loro parte. Con Klavan dobbiamo conoscerci meglio: quando è arrivato io mi sono fatto male, poi al mio rientro si è infortunato lui; Pisacane offre sempre un rendimento altissimo; Romagna ogni volta che è stato utilizzato ha fatto bene. Siamo cresciuti come squadra, si può sempre migliorare, ma la strada è quella giusta”.

L'IMPOSTAZIONE DELLA MANOVRA
“Mi piace fare girare il pallone ma ogni tanto ci vuole anche il lancio lungo. Giusto alternare le due cose, altrimenti la squadra avversaria prende le misure e chiude gli spazi”.

L'IMPORTANZA DEL GRUPPO
“Il gruppo c'è stato sempre, anche negli anni scorsi e si è visto anche nei momenti più difficili, dentro e fuori dal campo. Quest'anno non fa eccezione, siamo diventati una squadra vera che non si lascia andare, lotta anche nei momenti più difficili e non si lascia andare”.

LA FASCIA DA CAPITANO
“Essere il capitano di una squadra di grande tradizione come il Cagliari che rappresenta tutto un popolo è un onore e mi dà una spinta in più”.

IL RICORDO DI ASTORI
“Avevo conosciuto Astori tramite Marco Sau, che era un suo grande amico. Davide aveva anche trascorso un breve periodo in ritiro con noi. Mi ha dato l'idea di un ragazzo umile che andava d'accordo con tutti e faceva andare d'accordo tutti. Per me è stato un grande onore a Firenze poter indossare la fascia da capitano che lo ricordava”.

IL MIO FUTURO
“Sono qui da cinque anni, a Cagliari sto molto bene. Ogni anno mi sento sempre più in sintonia con l'ambiente, sempre più sardo”.

SABATO LA JUVENTUS
“Quest'anno vedo la squadra bianconera ancora più forte e consapevole dei propri mezzi. Ciò non significa che siano imbattibili. Noi dobbiamo mantenere la nostra natura, l'identità che ci siamo creati, evitando cali di tensione che contro la Juventus potrebbero esserci fatali. Se giochiamo la partita come nelle nostre possibilità, possiamo dire la nostra. Cristiano Ronaldo? Affrontare quello che ritengo il giocatore più forte del mondo è stimolante, poterlo fermare sarebbe ancora meglio: occorrerà la massima concentrazione”.