
Maran: “Io, Cagliari e il mio calcio”
“Sento sempre più forte il senso di appartenenza e questi colori addosso. Cagliari ti fa reincarnare, ti immerge nel suo modo di essere”. Rolando Maran ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano “L'Unione Sarda”. Il tecnico ha spaziato dai temi riguardanti il calcio a quelli più personali, il rapporto con Cagliari e la Sardegna. “Mi piace vivere la città, anche per questo ho scelto di abitare in centro. Voglio esserne parte più integrante. Dei Sardi mi ha colpito il rispetto, lo respiri in ogni frangente”.
Sulla sua esperienza cagliaritana: “Cercavo l'occasione giusta per crescere e l'ho trovata. In una piazza prestigiosa, di grande fascino, con compagni di viaggio ideali e un presidente ambizioso. Il nostro è un percorso di crescita, poi non so dove questo ci porterà. So molto bene, però, quanto valore ha la salvezza. Il che non significa voler limitarci o non voler stupire tutti, anzi”.
Maran ha anche fatto riferimento alle sue idee tattiche. “Mi piace vincere attraverso il gioco. L'organizzazione difensiva è il presupposto per attaccare meglio. Se passi la partita a rincorrere gli altri, ti può andare bene una volta, due, ma alla lunga no. Il mio è un calcio fatto di sacrifici ma propositivo. L'ideale è avere giocatori che decidono le partite con un allenatore che gli dà equilibrio”.
Sul bel debutto di Barella in Nazionale. “Ho rivisto lo stesso Barella del Cagliari. E questo è motivo di orgoglio per me che lo alleno, per i compagni, per i tifosi e per il presidente che ha fatto di tutto per trattenerlo. Mi dispiace non vedere tra i convocati Pavoletti, soprattutto in questo momento in cui c'è bisogno di attaccanti e lui in Italia è tra i più forti”.