Albertosi; Martiradonna, Villa, Cera, Pusceddu; Nenè, Conti, Nainggolan; Zola; Francescoli, Riva. In panchina Storari, Napoli, Niccolai, Lopez, Agostini, Domenghini, Matteoli, Herrera, O’Neill, Oliveira, Suazo. Allenatore: Scopigno (magari coadiuvato da Allegri).

E’ la squadra rossoblù “Top 11 Rossoblù - I più forti di sempre”, votata dagli utenti del nostro sito. Una formazione che potrebbe lottare certamente per lo scudetto; un mix di Cagliari antico e relativamente recente. Un gioco estivo e niente più, quello richiesto ai tifosi; il sogno di ogni appassionato, vedere insieme il campione del passato e quello del presente, travalicando i confini spazio-temporali. La risposta è stata entusiasmante: oltre 10.000 voti validi, senza contare la grande partecipazione sui Social, dove i tifosi si sono confrontati, esprimendo le loro opinioni anche in termini appassionati.

Ciascuno ha risposto, ancor prima che con le conoscenze tecniche, con il cuore. Non è stato facile, scegliere tra campioni amatissimi. Per quel che vale, non è stato semplice nemmeno per i curatori del sondaggio individuare quattro candidati per ruolo. Soprattutto in attacco e a centrocampo, c’era davvero l’imbarazzo della scelta e alcuni omissis sono stati più che dolorosi. Abbiamo preferito varare su una squadra equilibrata anziché imbottirla di cinque attaccanti. Modulo di base 4-3-1-2. Il primo criterio di scelta è stato puntare sui giocatori più forti e soltanto in una seconda analisi e a parità di qualità tecnica privilegiare gli uomini-simbolo. Un altro punto di partenza fondamentale: il nostro “setaccio” è cominciato a partire dagli anni ’60. Alcuni storici probabilmente storcerebbero il naso, ma è un dato di fatto che prima di questa data il Cagliari non aveva conosciuto la Serie A e il calcio dei pionieri inevitabilmente paga dazio all’assenza delle immagini televisive e alla differenza di categoria.

Vediamo ora ruolo per ruolo come hanno votato i nostri tifosi.

PORTIERE – Plebiscito per Ricky Albertosi, e non poteva essere diversamente. Il portiere dello scudetto, si piazza in una ideale classifica dei primi 5 portieri nella storia del calcio italiano: il ruolo di numero 1 nella squadra dei sogni rossoblù gli spetta quasi di diritti. Estremo difensore fortissimo tra i pali, spericolato in uscita, spettacolare come pochi, Ricky ha incarnato in pieno il ruolo di portiere guascone, in campo e nella vita: l’esatto contrario del suo grande antagonista Dino Zoff, con il quale ha diviso la maglia di titolare in azzurro tra gli anni ’60 e ’70. Per Ricky, 68% delle preferenze; secondo, Marco Storari col 16%: un ulteriore segno dello splendido ricordo (con finestra nell’immediato futuro) lasciato dal portiere toscano nella sua breve esperienza in rossoblù nel 2008. Non erano male neanche gli altri due candidati, Roberto Corti e Federico Marchetti. Ma avrebbero meritato la menzione anche (in ordine sparso) Antonio Chimenti, Martino Colombo, Mario Ielpo, Renato Copparoni, Roberto Sorrentino.


TERZINO DESTRO – Un pezzetto del Cagliari dello scudetto che non c’è più: Mario Martiradonna, il cuore operaio di quella grande squadra.Generoso e grinta da vendere, ogni domenica gli toccava in sorte l’avversario più pericoloso: il suo compito era cancellarlo dal campo, compito che Mario svolgeva con dedizione. Famosa quella volta che annullò Rivera, prossimo Pallone d’Oro. Mario ha ottenuto il 58% dei voti. Secondo nella lista delle preferenze il difensore goleador, Niccolò Napoli (20%). Punto fermo nella squadra dell’UEFA, Napoli ha lasciato un ottimo ricordo, trovando domicilio in Sardegna una volta chiusa la carriera. Applausi per Checco Pisano e Oreste Lamagni, che non avrebbero sfigurato in classifica. Così come all’altezza di tutti loro era Beppe Pancaro, arrivato ragazzino in rossoblù e poi approdato in Nazionale.


DIFENSORE CENTRALE DESTRO – Ilpassaggio del gioco a uomo a quello a zona ha cambiato il calcio, annullando la vecchia distinzione tra libero e stopper. Abbiamo quindi dovuto necessariamente dividere i candidati tra i due ruoli nel cuore della retroguardia. Come difensore destro ha prevalso Pierluigi Cera, il capitano del Cagliari dello scudetto, con il 43%. Centrocampista di origine, fu re-inventato libero da Scopigno, rivestendo un ruolo chiave sia nel club che in Nazionale. Alle sue spalle, una bandiera come Diego Lopez (33%), seguito da Aldo Firicano e Beppe Tomasini.


DIFENSORE CENTRALE SINISTRO – La scelta più difficile. Ha prevalso alla fine Matteo Villa, di strettissima misura su Comunardo Niccolai, 31% contro 30%. Distanziati Gianluca Festa e Davide Astori. Villa, per tanti anni capitano rossoblù, è rimasto nel cuore dei tifosi per qualità tecniche e umane. Nel novero dei difensori centrali, potevano starci Paolo Bianco, Luca Rossettini, Raffaello Vescovi, Francesco Zanoncelli e Mario Brugnera, che ritroveremo più avanti.


TERZINO SINISTRO – Non sono mancati i buoni interpreti nel ruolo. Vittorio Pusceddu aveva dalla sua i gol, che il mancino di Buggerru assicurava ogni stagione, grazie al suo sinistro potentissimo. Per lui, 59%, contro il 28% di Alessandro Agostini, altro giocatorecardine dei tempi recenti. Degnissimi gli altri due concorrenti, Silvio Longobucco e Fabio Macellari. Andando a ritroso nel tempo, non si possono non citare Mario Tiddia, cuore rossoblù a tutto tondo, in seguito allenatore di successo, Mauro Nardini e Giulio Zignoli.


CENTROCAMPISTA DESTRO – Qui è importante una premessa. I mutamenti tattici vissuti dal calcio italiano hanno portato alla scomparsa del “tornante”, l’ala destra che faceva da raccordo tra centrocampo e attacco. Un ruolo che ha visto protagonisti assoluti anche nella storia rossoblù, ma di difficile collocazione nel 4-3-1-2. Scartata l’idea di riciclarli come attaccanti, abbiamo deciso di metterli centrocampisti a destra, magari accentuando la vocazione offensiva della squadra. Ne è uscito fuori un duello all’ultimo voto tra due leggende rossoblù, Claudio Olinto de Carvalho “Nenè” e Angelo Domenghini. L’ha spuntata il primo per una manciata di preferenze, 47% su 40%. Non ha bisogno di presentazioni, il grande brasiliano, arrivato in Italia alla Juventus come centravanti e riciclato alla grande in Sardegna come centrocampista. A proposito: destra, sinistra, mezzala, mediano, tornante, poco importava: Nenè sapeva fare tutto. Più specialista, tornante di ruolo (ideale oggi in un 4-3-3) Domenghini, colonna anche in Nazionale, dotato di un gran tiro, che gli garantiva un bottino importante di reti. Di grande qualità pure gli altri due giocatori della quaterna: Pino Bellini e Checco Moriero. Ma potevano (dovevano?) starci anche Massimiliano Cappioli, Roberto Quagliozzi, Davide Biondini, Tanino Vasari (benché più offensivo degli altri).


CENTROCAMPISTA CENTRALE – La scelta è stata difficilissima. In lizza il grande capitano Daniele Conti, il più presente nella storia rossoblù; Gianfranco Matteoli, un altro condottiero per il quale è superfluo spendere parole; Ricciotti Greatti, il cervello del Cagliari del ’70; Alberto Marchetti, classe e attributi. Alla fine i tifosi hanno premiato Conti, con addirittura il 54% dei voti, davanti a Matteoli, secondo con 34%. Da non dimenticare anche Massimo Brambilla e Lucio Bernardini.


CENTROCAMPISTA SINISTRO – Anche qui, nel settore dei vecchi “mediani”, l’abbondanza regna sovrana. La vittoria di Radja Nainggolan però è netta: 63%, contro il 26% di Pepe Herrera, uno dei grandi uruguayani della nostra storia.Da non disprezzare Daniele Berretta e Albin Ekdal, un omaggio alla duttilità. A malincuore abbiamo dovuto lasciare fuori gente come Francesco Casagrande, Nelson Abeijon, Pierpaolo Bisoli e Tiziano De Patre, giocatori che troverebbero posto in qualsiasi squadra.


TREQUARTISTA – Il panorama è da leccarsi i baffi. Su tutti Gianfranco Zola, votato con percentuali bulgare (80%); il secondo, Fabian O’Neill, si è dovuto accontentare del 10%. Ma attenzione: gli altri due candidati si chiamavano Mario Brugnera e Andrea Cossu, non certamente gli ultimi arrivati. Brugnera avrebbe potuto venire inserito tra i difensori centrali, in virtù della sua splendida chiusura di carriera da libero (Miglior giocatore del campionato di B nel 1978-79). Da segnalare Franco Rizzo, partito l’anno prima dello scudetto, primo rossoblù ad andare in gol in Nazionale.


PRIMA PUNTA – Il settore degli attaccanti è quello più ricco. Non facile neanche la classificazione perché alcuni avrebbero potuto tranquillamente fare anche le seconde punte. Sono tante le punte di valore che hanno indossato la casacca rossoblù e non abbiamo potuto inserire nel lotto, causa posti limitati. Citiamo Roberto Boninsegna, Pietro Paolo Virdis, Alessandro Matri, Robert Acquafresca. Scelte opinabili. Tra i candidati invece Gigi Piras, Julio Cesar Dely Valdes e David Suazo. L’honduregno si è piazzato secondo col 3% alle spalle del vincitore, 94%. Superfluo scriverne il nome…


SECONDA PUNTA – Anche in questo ruolo, nomi da leccarsi i baffi. Si è imposto uno dei più grandi fuoriclasse nella storia del calcio mondiale: Enzo Francescoli, col 68%. Al secondo posto, un certo Luis Oliveira (16%). E che dire degli altri due nomi in lizza? Roberto Muzzi e Franco Selvaggi. Pensate che sia abbastanza? Occhio ai nomi degli esclusi: Bobo Gori, Daniel Fonseca, Jeda, Ciccio Esposito, Antonio Langella, Dario Silva, Marco Sau: uno schiaffo alla miseria.


ALLENATORE – Un uomo solo in panchina: Manlio Scopigno, “Il filosofo”, l’allenatore dello scudetto. A parte quella di Gigi Riva, è stata la votazione più scontata. Frammentata la percentuale: 63%, perché anche gli altri sono stati grandissimi: Massimiliano Allegri (secondo con il 17%): meglio da allenatore che da giocatore), Claudio Ranieri e Mario Tiddia. Ma sulla panchina rossoblù si sono seduti altri tecnici di primo piano: Bruno Giorgi, forse il più amato, Carletto Mazzone, detentore del record italiano di presenze, Arturo Silvestri, il mister della prima A, Giampiero Ventura ed Edy Reja, una promozione a testa.


Abbiamo dimenticato qualcuno? Speriamo di no. Nel qual caso, sappiate che non si è fatto apposta.

Ma intanto chiudiamo gli occhi e immaginiamoci sugli spalti del Sant’Elia, un pomeriggio domenicale inondato dal sole.

Sta giocando il Cagliari, i giocatori avversari non hanno importanza, sono ombre scure dinanzi alle maglie rossoblù che brillano alla luce unica della primavera cagliaritana. Albertosi ha appena salvato la sua porta distendendosi a terra su un tiro da fuori area e rimette in gioco per Martiradonna. Tocco breve per Villa che cede a Cera. Il difensore centrale serve subito Conti, che apre subito sulla destra per Nenè. Il brasiliano cambia gioco dalla parte opposta per Nainggolan, finta a favore di Pusceddu che arriva in corsa. Cross di sinistro per Francescoli, stop di petto e appoggio all’indietro per Zola, che dribbla un difensore e trova un corridoio impossibile per lo scatto di Riva. Il Bomber brucia sullo scatto il suo diretto avversario, prende la mira e scarica una folgore di sinistro. Dalla panchina Scopigno si alza, pugni levati verso il cielo.

Lo stadio esplode, i giocatori si abbracciano e fanno il giro di campo, acclamati da 50.000 tifosi: la Squadra dei Sogni davanti alla sua gente ha vinto ancora.