INTERVISTA 🎙️

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Ospite negli studi di Radiolina, all’interno della trasmissione "Il Cagliari in diretta", Paulo Azzi ha raccontato i primi mesi della sua esperienza rossoblù: l’analisi del momento della squadra e quello personale, con uno sguardo a nuove sfide e obiettivi.

EMOZIONI CAGLIARITANE
"Arrivare, giocare e segnare subito all'esordio, riuscire ad aiutare la squadra e adesso finalmente vivere questo momento positivo con il ritorno alla vittoria fuori casa dopo tanto tempo: è davvero un pieno di emozioni positive. La sosta? Peccato perché stavamo correndo, ma ci sta riposare e approfittarne per lavorare al meglio, da mercoledì stiamo allenandoci forte per approcciare al meglio il Südtirol”.

IL MISTER
"La fiducia immediata del mister è stata importante, quando un allenatore non ti parla devi preoccuparti, invece Ranieri mi dà tante indicazioni e consigli, mi pungola, sta a me farmi trovare pronto. Sono in una piazza di alto livello, con i tifosi che giustamente si aspettano molto, bisogna ripagarli ogni giorno. Dobbiamo essere compatti, il mister ce lo ripete sempre, sono arrivato in un gruppo sano e stiamo crescendo quotidianamente. Puntiamo a continuare così per raggiungere l'obiettivo".

NUOVA TAPPA DEL VIAGGIO
"Ho girato un po' l'Italia conoscendo diverse piazze dal punto di vista calcistico e non solo. Spero di potermi stabilire per un po' a Cagliari, credo che questa tappa del mio percorso mi stia insegnando tanto e voglio vivermela al meglio. Con Cagliari è stato amore a prima vista, il giorno dopo il mio esordio ho fatto addirittura ingresso nell'acqua del Poetto in pieno inverno, insieme a mia figlia. Qui ho trovato diversi connazionali, tutti mi hanno sempre parlato bene di questo ambiente e sto avendo molte conferme".

TRA ATTACCO E DIFESA
"In Italia la tattica e la fase difensiva sono curate molto bene. Cerco sempre di migliorare e applicarmi, Ranieri come Tesser - cui devo molto e lo ringrazio - mi hanno dato nozioni importanti. Io punto a crescere ancora senza però snaturare quelle che sono le mie caratteristiche offensive. Mi piace provare la giocata verso la porta, con un cross o un tiro: sono le mie armi e le metto a disposizione dell'obiettivo comune pescando nel passato da attaccante".

FEDE, FAMIGLIA, BRASILE
"Per me la fede non è qualcosa cui rivolgermi per vincere una partita. È la base su cui ho costruito la mia famiglia, è la mia vita: quando vai in campo sei tu come persona, non solo come atleta. Mi ritengo un ragazzo tranquillo, difficilmente mi arrabbio, amo godermi il bel clima, il buon cibo, cerco di essere positivo e col sorriso. Certo, mancano gli affetti, la famiglia, gli amici. La distanza geografica così grande è sempre qualcosa di complicato da gestire, però la tecnologia oggi ci aiuta un po' e si riesce a sopperire in qualche modo, con i bambini piccoli non è semplice organizzarsi per tornare in Brasile, non bisogna però mai dimenticare che la vita ci regala tante gioie da vivere e assaporare minuto dopo minuto".